Nel corso di questo blog, parte di una serie di indagini sulla “cosa artificiale”, ci si è soffermati su che cos’è l’impollinazione artificiale.
Partendo dalla “cosa” naturale, si è poi passati a definire quali sono i suoi elementi artificiali, cioè realizzati dall’uomo in sostituzione ai materiali, alle funzioni e alle forme della natura; e si è iniziato a ragionare sui termini in più lingue, tutti più o meno simili. Dal ragionamento sulle parole, sono stati anche definiti una mappa concettuale e un insieme di parole e concetti legati all’impollinazione artificiale. Questo è un argomento che viene tenuto in gran contro dalla comunità scientifica e raccontato dalla stampa; anche la fiction ruota, nei modi più vari e inaspettati, attorno al tema, che viene visto spesso in chiave fantascientifica in libri, film, e fumetti, mentre è preso più metaforicamente nella musica.
Sotto un punto di vista più scientifico e quantitativo, è stato essenziale definire innanzitutto quali fossero le dimensioni e le specifiche dell’impollinazione artificiale. Dato questo quadro, sono stati analizzati vari studi scientifici per poter delineare il quadro quantitativo di alcuni aspetti dell’oggetto di studio, dai quali sono anche emersi quali possono essere i rischi dell’impollinazione artificiale e le industrie legate ad essa (dal momento che molti produttori di macchinari sono in prima linea nella ricerca stessa), industrie che producono modelli e macchinari atti all’impollinazione depositandone i brevetti, per i quali vengono utilizzate tecnologie specifiche di alcuni campi scientifici come la botanica. È proprio la botanica, i cui pionieri hanno iniziato a studiare l’impollinazione naturale, a essere al centro di questa tecnica.
Attualmente, i maggiori utilizzatori dell’impollinazione artificiale sono utilizzati delle industrie agricole e vivaistiche, nelle più varie parti del mondo.
Partendo dalla “cosa” naturale, si è poi passati a definire quali sono i suoi elementi artificiali, cioè realizzati dall’uomo in sostituzione ai materiali, alle funzioni e alle forme della natura; e si è iniziato a ragionare sui termini in più lingue, tutti più o meno simili. Dal ragionamento sulle parole, sono stati anche definiti una mappa concettuale e un insieme di parole e concetti legati all’impollinazione artificiale. Questo è un argomento che viene tenuto in gran contro dalla comunità scientifica e raccontato dalla stampa; anche la fiction ruota, nei modi più vari e inaspettati, attorno al tema, che viene visto spesso in chiave fantascientifica in libri, film, e fumetti, mentre è preso più metaforicamente nella musica.
Sotto un punto di vista più scientifico e quantitativo, è stato essenziale definire innanzitutto quali fossero le dimensioni e le specifiche dell’impollinazione artificiale. Dato questo quadro, sono stati analizzati vari studi scientifici per poter delineare il quadro quantitativo di alcuni aspetti dell’oggetto di studio, dai quali sono anche emersi quali possono essere i rischi dell’impollinazione artificiale e le industrie legate ad essa (dal momento che molti produttori di macchinari sono in prima linea nella ricerca stessa), industrie che producono modelli e macchinari atti all’impollinazione depositandone i brevetti, per i quali vengono utilizzate tecnologie specifiche di alcuni campi scientifici come la botanica. È proprio la botanica, i cui pionieri hanno iniziato a studiare l’impollinazione naturale, a essere al centro di questa tecnica.
Attualmente, i maggiori utilizzatori dell’impollinazione artificiale sono utilizzati delle industrie agricole e vivaistiche, nelle più varie parti del mondo.
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