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Le tecnologie (e le scienze) dell’impollinazione artificiale

tecnologìa s. f. [comp. di tecno- e -logia (cfr. gr. τεχνολογία «trattato sistematico»); nelle accezioni più ampie e più recenti, ricalca l’ingl. technology]. – 1. Vasto settore di ricerca (la ricerca tecnologica), composto da diverse discipline (per cui, spesso, si usa il plurale tecnologie), che ha come oggetto l’applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato, ossia di tutto ciò (ivi comprese le conoscenze matematiche, informatiche, scientifiche) che può essere applicato alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure, alla presa di decisioni, alla scelta di strategie finalizzate a determinati obiettivi. [...] (Treccani)

Le scienze e le tecnologie a stretto contatto con l’impollinazione artificiale sono principalmente la biologia, nello specifico i rami della botanica e della genetica; seguono le ingegnerie legate a questa branca della scienza, comprendendo tutti i rami dalla chimica all’agraria alla meccanica (ad esempio per la produzione di macchinari e impianti), fino ad arrivare all’informatica (dati i più recenti sviluppi riguardanti gli insetti-drone, discussi in diversi articoli di giornale).

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I brevetti dell’impollinazione artificiale

Il brevetto legato all’impollinazione artificiale più datato che è stato possibile reperire nell’ambito di questa ricerca riporta il codice  US2324801A : Datato 6 luglio 1942, descrive un sistema di distribuzione del polline fra più piante o alberi, specialmente nella distribuzione degli alberi di nocciole. Il brevetto successivo, del 5 marzo 1964, riporta un sistema di distribuzione per filari, pensato per i pomodori coltivati in serra ( US3286403A ): Il più recente è invece stato presentato il 21 gennaio 2017 (poco più di un anno fa) in Cina, presentando un apparato per l’impollinazione delle Peonie (uso cosmetico) con il codice  CN206586117U

I modelli dell’impollinazione artificiale

Poiché non sarebbe corretto parlare di “modelli di impollinazione artificiale”, in quanto questa rappresenta al più una tecnica o una tecnologia, si citeranno alcuni modelli di macchinari che vengono impiegati nella sua esecuzione.  L’impollinazione artificiale è spesso costituita da due fasi distinte: la raccolta  del polline e la distribuzione  dello stesso, fecondando di fatto il fiore. Nella prima fase, è possibile utilizzare un macchinario come AspiraPollineMini2  predisposta per la raccolta del polline a 2 operatori. Indicata per chi vuol raccogliere il proprio polline nella proporia azienda (fino a 130 g/ora), è caratterizzata da grande maneggevolezza (solo 9 kg), ed è facile da trasportare grazie alle 2 ruote ed ai piedi telescopici richiudibili. ll polline raccolto si può conservare a 4°C per 4–5 giorni per effettuare l’impollinazione nei giorni immediatamente successivi alla raccolta, mentre per periodi più lunghi può essere conservato a -18°C p...

I materiali, le forme e le funzioni sostitutive nell’impollinazione artificiale

Come si è visto , l’elemento artificiale nell’impollinazione è quello che ha a che vedere con il vettore, e non con l’oggetto; in natura, questi sono diversi a seconda delle specie. L’ impollinazione anemogama  affida al caso l’arrivo del polline, in quanto utilizza come mezzo di dispersione il vento. La pianta produce un’enorme quantità di polline e ciò avviene con una grande perdita di cellule; si affidano a questo metodo sia piante erbacee (graminacee e urticacee) sia piante arboree (pioppi, querce, faggi). Data la natura altamente casuale e imprevedibile che sfrutta questo vettore, le piante si sono evolute in modo tale da aumentare al massimo le probabilità di impollinazione, ad esempio con geometrie particolari che permettono allo stigma di catturare più polline possibile o fornendo quest’ultimo di appendici tali da poter sfruttare al meglio il trasporto aereo. [1] L’ impollinazione idrogama  interessa esclusivamente (ma non integralmente) le piante acquatiche. Qui ...